Quando: dal 19 al 22 gennaio,

Dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17 (gli orari possono essere flessibili una volta iniziato il lab nel caso ci siano richieste particolari da parte dei partecipanti).

Costo: 150€ più 10€ di tessera Arci (se la si possiede non è il caso di rifarla).

L’Associazione è raggiungibile con i mezzi: 30, 54, 61, 66

Scrivi una mail a ondalarsenteatro@gmail.com con il tuo materiale (cv e foto). Successivamente, in caso di selezionamento da parte del regista, ti verranno date le coordinate bancarie dove effettuare un bonifico pari alla metà dell’importo dovuto, come caparra.

Nel caso di rinuncia da parte dei partecipanti per qualsiasi motivo, le quote NON verranno restituite.

I posti disponibili sono 12

La definizione di uno spazio drammatico è conseguenza di una specifica lettura di una scrittura drammaturgica. Come agisce la voce in quello spazio?

Non è sufficiente fare i conti con le caratteristiche fisiche del luogo scenico (ampio/ristretto, risuonante/assorbente, la postazione del pubblico, ecc,), cosa che è comunque necessaria; ma se si vuole portare lo spettatore in quello spazio immaginario, che non è solo fisico, ma è portatore del suo senso drammaturgico, è necessario che tutto l’agire fisico dell’attore sia espressione di quella scelta, e la voce ne è elemento fondamentale.

Nella Commedia dell’Arte l’attore agisce il canovaccio nella piazza e la racconta; nel dramma borghese il salotto è luogo fisico e insieme simbolico di una strettezza di confine: come si rapporta con la scrittura la voce dell’attore per definire quello spazio?

Con l’avvento della nuova drammaturgia occidentale e la rottura dell’unità narrativa, molti altri elementi si sono aggiunti alla definizione di un contesto drammaturgico: il meticciato linguistico, spazi di azione scenica non convenzionali, tecnologia sempre più sofisticata; l’intreccio di questi elementi concorre a una scrittura di nuova complessità, aderente alla complessità del presente, dove la voce dell’attore ha nuovi compiti, e nuovo spazio e potenzialità.

Il laboratorio metterà in luce queste nuove potenzialità lavorando su ritmo, risuonatori, cambi di tensione e soprattutto componendo relazioni fisico/vocali con elementi di contesto: rumori, musiche, voci esterne.

Si lavorerà su alcune scene del testo Attentati alla vita di lei di Martin Crimp (da Nuovo teatro inglese, Ubu Libri, trad. di Margherita d’Amico), che bene si presta per questo tipo di lavoro proprio per la grande varietà di registri e personaggi. Si lavorerà attivamente sulle scene proposte e ogni partecipante avanzerà una proposta di messa in scena.

Ai partecipanti è richiesto di leggere tutto il testo e di registrare o cercare su computer tutti i suoni, rumori, musiche che si immaginano nella scena, per poterli riprodurre durante le prove. Si chiede di portare gli oggetti che si decide di usare nella scena e di portare un abbigliamento adatto a un lavoro fisico intenso.

Ambra D’Amico è nata a Milano il 18/09/1954. Vocalista e studiosa di cultura popolare. Si forma negli anni ‘70 con noti esponenti del cosiddetto Terzo Teatro (C. Brie e D. Manfredini) e con artisti della voce quali Demetrio Stratos, Maggie Nichols, Gabriella Bartolomei.

E’ stata regista dello spettacolo Stirru -La discesa  di e con  Alberto Nicolino, finalista Premio Ustica ’07, testo finalista al Premio Riccione ’07. Ha insegnato tecnica vocale e palestra verbale dall’89 al 2017 alla Scuola d’Arte Drammatica “P.Grassi”,Milano.

Insegna all’Accademia Filodrammatici, Milano, alla Scuola J.Gazzerro, Modena (ERT) e all’Accademia Teatrale Veneta, Venezia. Ha insegnato anche alla Scuola del Teatro Stabile di Genova.

.