A casa la sapevo
Leonardo Bassi, un giovane supplente di italiano. Un’armata di genitori, colleghi e ragazzi pronti a intaccare ogni sua certezza. Una stampante che diventa comunista. Due bidelli che la devono riparare.
Una classe, invisibile ma presentissima, che prova a respirare tra tutte le parole degli adulti, una classe di terza generazione che da questi adulti viene osservata, giudicata, amata e temuta. In un susseguirsi di dialoghi esilaranti, accadimenti surreali, momenti di sconfitta e bruscoli di speranza,
“A casa la sapevo” prova a parlare di educazione. Di quelli che non sono preparati abbastanza e di quelli che non sono più capaci di improvvisare.
Da una parte la scuola e dall’altra la famiglia, universi in collisione all’ora di ricevimento.