Siamo in un anno imprecisato di un futuro non troppo lontano: il mondo in cui veniamo proiettati è una realtà in cui l’imperativo massimo è essere “divertiti”. Il divertimento ha sostituito la ricerca della felicità e l’intrattenimento selvaggio non permette riflessione alcuna, non è possibile trovare il tempo per pensare né meditare sui propri stati d’animo.
La polizia si chiama “Agenzia di Controllo della Libertà”, un nome più rassicurante ma che cela in sé stesso e nella struttura della sua organizzazione, l’annullamento totale di ciò che millanta di proteggere: la libertà.
Il protagonista, Giacomo, comincia a sentire che imbottire il suo tempo non gli piace più; essere divertito non gli basta, vuole essere davvero felice. La sua è una soluzione semplice: chiudersi dentro casa per tagliarsi fuori da tutta la vita così detta “sociale”, con un’unica persona ammessa alla sua presenza: sua moglie Anna.
Ovviamente il suo progetto si scontra con i regolamenti vigenti al di fuori del suo salotto. La Legge, infatti, non transige e all’Agenzia di Controllo della Libertà non sfugge la vita troppo casalinga di Giacomo. Come risolvere quindi una situazione che vede i due protagonisti schiacciati tra amici che non li comprendono e temutissimi agenti dell’Agenzia?
Giacomo rischia infatti di essere deportato nei temutissimi “Campi di divertimento”, una versione gentile e accettata dei “Campi di concentramento” nazisti.
La situazione si ingarbuglia sempre di più, nonostante l’aiuto di uno strampalato medico di famiglia, e la sospirata vita tranquilla del protagonista si trasforma in una baraonda generale, dove l’unica soluzione che pare profilarsi sembra ormai essere la morte…